E' al via un vero e proprio piano di guerra, in Brasile, in vista dei Mondiali di calcio di giugno e luglio. Il governo ha infatti pianificato un complesso schema di sicurezza - lungo i confini del paese e nelle varie sedi del torneo - per arginare eventuali attacchi terroristici, nonché la possibile escalation di violenza nelle manifestazioni di protesta già programmate durante l'evento sportivo.
In tutto, 57mila militari saranno mobilizzati nelle 12 città in cui si giocheranno partite: di questi, 21mila saranno a disposizione della cosiddetta ''forza di contingenza'' e saranno azionati - previa autorizzazione della Presidente Dilma Rousseff - solo in caso di ''picco di crisi nella sicurezza''.
Tra le preoccupazioni delle autorità verde-oro ci sono anche possibili attacchi cibernetici: un allarme aumentato dopo le denunce di spionaggio da parte Usa - rivelate l'anno scorso dall'ex agente della Nsa, Edward Snowden - nei confronti, tra gli altri, della stessa Dilma. Allo scopo, appositi centri di difesa cibernetica funzioneranno durante la Coppa sotto il controllo dell'esercito.
Tra le azioni preventive programmate, anche l'uso di speciali kit per la difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare, che verranno usati dai militari in stadi, alberghi, centri di allenamento e ritiri delle nazionali, aeroporti e mezzi di scorta delle delegazioni ufficiali.
Altri 30mila soldati, inoltre, agiranno lungo i 16,8 mila km della frontiera terrestre con dieci Paesi dell'America meridionale: l'operazione - che durerà tre settimane - prevede posti di blocco in punti strategici delle principali vie di comunicazione e mirerà a reprimere traffico di droga e armi, contrabbando, crimini ambientali e immigrazione clandestina.