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Calcioscommesse: 'Ndrangheta su combine e promozioni

Trovati pizzini con quote e club, 'se ci beccano ci arrestano'

Il business della 'Ndrangheta su combine e promozioni. Una nuova violenta bufera scuote l'Italia del pallone stavolta in Lega Pro e Serie D con sospetti sulla Serie B. E c'è odore di mafia. La Polizia ha eseguito decine di fermi in tutta Italia nell'ambito dell'inchiesta denominata 'Dirty Soccer' : coinvolti calciatori, dirigenti e presidenti di club. L'inchiesta è coordinata dalla Dda di Catanzaro e e dallo Sco di Roma. L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sono 50 i fermi, oltre 70 gli indagati. Oltre 30 le squadre coinvolte

 

E' Salernitana-Messina del 21 dicembre scorso una delle cinque nuove partite al centro degli approfondimenti della squadra mobile di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta della Dda sul calcioscommesse che ha portato al fermo di 50 persone. Della gara avrebbero parlato, intercettati,
alcuni dei fermati che la davano come combinata. Gli approfondimenti sono volti ad accertare la veridicità di quanto captato ed eventuali responsabilità. Il Messina è una delle nuove squadre su cui sono in corso accertamenti.

Sono 8 le società su cui sono in corso approfondimenti da parte della squadra mobile di Catanzaro e dello Sco in relazione al calcioscommesse, rispetto a quelle emerse con il fermo di 50 persone. Oltre a Salernitana, Benevento e Ascoli, ulteriori accertamenti riguardano Reggina, Messina, Renate, Torres, Viterbese e Nuorese - le ultime due di serie D, le altre Lega Pro - in relazione alle gare: Salernitana-Messina, Ascoli-Santarcangelo, Reggina-Benevento, Renate-Torres e Viterbese-Nuorese giocate tra novembre e gennaio scorsi.

Il risultato di 0-4 nella partita Pomigliano-Brindisi del 14 dicembre 2014 sarebbe stato pagato dalla squadra pugliese 12mila euro. Ad ammetterlo dinanzi al gip di Bari Francesco Agnino è stato oggi il dirigente tecnico del Brindisi Calcio, Vito Morisco, in carcere da due giorni nell'ambito dell'indagine della Dda di Catanzaro sul calcioscommesse. Dopo l'udienza di convalida del fermo, il giudice ha concesso i domiciliari a Morisco, all'ex presidente del Brindisi e a suo figlio, Antonio e Giorgio Flora.

 

Calcioscommesse: coinvolti presidenti e calciatori, tutti i nomi

I poliziotti del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Catanzaro stanno operando nelle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L'Aquila, Ascoli, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova e Savona.

Calcioscommesse, ecco le 28 partite truccate

Ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. L'inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell'omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la 'ndrina. Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca "d'elite della mafia imprenditrice" dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il proprio predominio sul territorio. Nel corso dell'operazione condotta la settimana scorsa da squadra mobile di Catanzaro, Sco, Dia e Guardia di finanza, sono state una quarantina le persone arrestate, tra le quali alcuni imprenditori. E' stato captando alcune conversazioni di Pietro Iannazzo nel corso di quella indagine che gli investigatori hanno saputo delle combine su varie partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.

Calcioscommesse: indagato, ogni settimana in B ne fanno una

Pm, due gruppi criminali finanziati estero - "Due gruppi criminali organizzati, tra loro distinti, ma aventi un trait d'union soggettivo, dediti ad architettare frodi sportive, 'combinando' incontri di calcio del campionato dilettantistico e dei tornei professionistici". E' quanto ha portato alla luce l'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta da squadra mobile e Sco secondo quanto scrive il pm titolare delle indagini, Elio Romano, nel decreto di fermo eseguito oggi nei confronti di 50 persone. Un'organizzazione, prosegue il pm, "alimentata anche dal denaro che proviene dai 'signori' delle scommesse e cioè personaggi, di cui alcuni ancora non identificati, che vivono in Asia (Kazakistan), nell'est d'Europa (Serbia e Slovenia) ed in Russia e che, comunque, in Italia hanno la loro longa manus nel gruppo criminale. Attraverso la mediazione di dirigenti sportivi disonesti e avventurieri in cerca di facili profitti, i finanziatori stranieri irrorano le casse delle organizzazioni criminali oggetto d'indagine fornendo denaro ai criminali 'nostrani', che lo usano in primis per 'corrompere' i calciatori in modo da avere partite combinate su cui scommettere e realizzare ingenti guadagni, sempre senza l'alea propria della scommessa (fatti salvi i casi in cui - per una sorta di perfida nemesi del Dio del Calcio - la combine 'salta', con tutte le conseguenze del caso, generando poi ulteriore attività criminale - a base violenta stavolta - come emerge dai capi di imputazione dedicati alle estorsioni e al sequestro di persona a scopo di estorsione)". L'inchiesta, scrive ancora il pm, ha permesso di far emergere "la parte marcia del mondo del 'pallone' della LND e della Lega PRO, che è poi quello più visceralmente legato alla 'provincia' italiana".

Direttore Sco Cortese:partiti da indagini 'ndrangheta VIDEO

Fermato allenatore Barletta  - L'allenatore del Barletta (Lega Pro), Ninni Corda, è stato fermato nell'ambito della inchiesta sul calcioscommesse della Procura di Catanzaro. Corda, 40enne originario di Nuoro, è arrivato sulla panchina barlettana a metà del girone di ritorno. Su nove partite, giocate dalla squadra che Corda ha allenato, tre, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbero quelle incriminate (Barletta-Catanzaro, 1-1; Aversa-Barletta, 0-1; Barletta-Vigor Lamezia, 3-3).

Calcioscommesse: in Puglia 7 partite truccate e 12 indagati

Due perquisizioni e un arresto a Genova  -Tocca anche Genova l'inchiesta 'Dirty soccer' della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Agenti della squadra mobile genovese hanno perquisito l'abitazione di Giuseppe Perpignano, imprenditore di 49 anni, attualmente presidente del Barletta Calcio ed ex presidente del Bogliasco e poi del "Rapallo Bogliasco" società di serie D e Massimiliano Solidoro, 42 anni, ex giocatore dilettante e collaboratore tecnico del Savona. I due sono accusati di frode sportiva. La squadra mobile ha arrestato anche un calciatore ghanese del Santarcangelo, club della provincia di Rimini del Girone B di Lega Pro. Il calciatore si trovava a Genova per motivi personali e qui è stato fermato.

Boss cosca aveva rapporti con presidenti  - Pietro Iannazzo, il presunto boss dell'omonima cosca intratteneva rapporti con presidenti di società di calcio per alterare i risultati. E' quanto emerso dall'inchiesta "Dirty soccer" condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Catanzaro. E' proprio intercettando alcuni colloqui di Iannazzo che gli investigatori hanno ricostruito il giro di calcioscommesse.

 

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