Bruce Arena, ex calciatore e anche ex
allenatore degli Stati Uniti, non vuole più l'inno prima delle
partite. Come riferisce France Football, l'attuale allenatore
della New England Revolution, mette in dubbio la tradizione
americana di suonare sempre l'inno degli States prima di ogni
partita di sport professionistico, incluso il calcio.
"Mi chiedo perché lo facciamo. Questo mette le persone in
posizioni scomode ", ha detto Arena. "Non si suona l'inno al
cinema, a teatro o per altri eventi negli Stati Uniti. Quindi
penso che sia inappropriato farlo prima di una partita di calcio
o di baseball". Il tecnico di origine italiana sottolinea che in
Mls (la lega calcio professionistico americana) "molti dei
giocatori non sono nemmeno americani! Quindi perché l'inno ? Sia
chiaro -ha precisato Arena- sono molto patriottico, penso solo
che sia inappropriato, perché oggi è diventato un argomento
troppo sensibile."
La scorsa settimana, la federcalcio americana ha deciso di non
richiedere più ai giocatori di alzarsi durante l'inno,
riconoscendo che questo obbligo -istituito nel 2017 dopo il
gesto di solidarietà della due volte campionessa iridata Megan
Rapinoe in solidarietà con il quarterback Colin Kaepernick, che
fu il primo a inginocchiarsi- non era più appropriato, tanto più
rispetto all'attuale abitudine del movimento "Black Lives
Matter", fortemente rianimato dalla morte di George Floyd a
Minneapolis.
Arena ha concluso: "Sono stato molto onorato di rappresentare
gli Usa nei Mondiali e in altre partite internazionali. Lì, ha
senso suonare l'inno nazionale ... ".
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