"Alessandro il Grande". Cosi' oggi l'Equipe rende omaggio a Zverev, vincitore delle Atp Finals. Se è certamente prematuro annunciare un ricambio generazionale al vertice del tennis mondiale, il trionfo di Alexander Zverev a Londra può significare l'alba di una nuova stagione. Non solo per ragioni puramente (e banalmente) anagrafiche, dal momento che i soliti Fab Four (Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray), dominatori indiscussi degli ultimi tre lustri tennistici, hanno ormai ampiamente superato i 30 anni.
Ma soprattutto per la forza e il talento del 21enne tedesco, impertinente e sfrontato, smanioso di deporre i vecchi re. A Londra in poco più di 24 ore, ha liquidato in due set prima Federer e poi Djokovic, i due favoriti, legittimando - in maniera ancor più chiara - il trionfo più importante della sua giovane carriera. Per la definitiva consacrazione, però, Zverev - figlio di Alexander Mikhailovic senior e Irina Zvereva, due ex tennisti dell' Unione Sovietica - dovrà ripetersi in uno Slam, dove finora ha sempre steccato. D'altronde i quattro Major anche nel 2018 sono stati una faccenda esclusiva dei terribili vecchi, con Federer vincitore in Australia, Nadal a Parigi, Djokovic a Wimbledon e New York. Vittorie che confermano la loro indisponibilità a cedere il passo alle nuove generazioni.
Le quali, però, sgomitano - come non accadeva da tempo - per un posto al sole. Non può essere un caso che le uniche tre sconfitte di Djokovic da giugno ad oggi - una formidabile parola che lo ha riportato in cima al mondo - siamo arrivati dalla meglio gioventù: Stefanos Tsitsipas, classe 1998, a Toronto, , Karen Khachanov (1996) a Paris-Bercy, e appunto Zverev, nato ad Amburgo nel 1997, a Londra. Dei tre, il tedesco, cresciuto con il mito di Federer, è certamente il più avanti nel processo di maturazione: già n.3 al mondo lo scorso anno, oggi stabilmente sul quarto gradino del ranking mondiale. Con un futuro da predestinato in virtù del talento, le doti fisiche (198 cm di altezza), la personalità ambiziosa: per non lasciare nulla d'intentato, ha ingaggiato come coach Ivan Lendl. Un inedito connubio che ha dato subito i suoi frutti: Zverev non solo ha eguagliato il record di precocità di Djokovic, che esattamente 10 anni fa si laureava Maestro a 21 anni, ma è diventato il primo tedesco dai tempi di Boris Becker (Francoforte 1995) a trionfare nell'ultimo torneo dell'anno.