I Google Glass, entrati e subito usciti dal mercato, potrebbero avere una seconda vita nei pronto soccorso, permettendo di fare consulti in tempo reale con specialisti spesso non disponibili 'di persona'. Lo ha dimostrato uno studio della University of Massachusetts Medical School pubblicato dal Journal of Medical Toxicology, in cui almeno sei pazienti intossicati hanno ricevuto un antidoto a un veleno che non avrebbero avuto senza il consulto a distanza.
"Nelle emergenze si è molto occupati e si devono prendere decisioni con gli specialisti molto velocemente - spiega Peter Chai, uno dei ricercatori coinvolti, al sito Ieee Spectrum -. Molte volte si parla con lo specialista solo al telefono, e l'unica cosa che si può dare è una descrizione verbale, mentre tutti vorrebbero vedere il paziente".
In un primo test un medico di pronto soccorso ha valutato alcuni pazienti indossando i Glass, e inviando in tempo reale video e foto ad un tossicologo. Lo specialista ha valutato l'esperienza 'un successo' nell'89% dei casi, e in particolare in sei pazienti la diagnosi è stata fatta proprio grazie all'intervento del dispositivo. In un esperimento successivo cinquanta pazienti sono stati valutati sia da un tossicologo presente che da uno 'virtuale', e i risultati sono stati gli stessi.
"Il prossimo passo - spiega Aaron Skolnik, che ha coordinato lo studio - sarà utilizzare i Google Glass per fare il triage nei casi di eventuale avvelenamento nelle campagne dell'Arizona, per determinare quali devono essere portati subito in un centro specializzato e quali possono restare nell'ospedale locale. A settembre e ottobre inoltre parteciperemo a delle esercitazioni in cui 50-60 team di soccorritori di emergenza saranno collegati con 15 specialisti esperti in disastri".