ROMA - C'è troppo potere nelle mani di Google e Facebook, il web si può trasformare in "un'arma", serve "un intervento giuridico e normativo". E' questo il messaggio contenuto in una lettera aperta pubblicata dal Guardian di Tim Berners Lee, papà del web, nel ventinovesimo compleanno della sua creatura.
Il 12 marzo 1989 propose al Cern un progetto globale sull'ipertesto, poi noto come World Wide Web. "E' un anno importante - scrive - perché per la prima volta più della metà della popolazione mondiale è connessa". Il professore del Mit riflette sul fatto che "il web di qualche anno fa non è quello che i nuovi utenti trovano oggi" poiché all'inizio c'era "ricca selezione di blog e siti", ora "compressa sotto il grande peso di poche piattaforme dominanti". Una concentrazione che permette a poche società "di controllare quali idee e opinioni vengono viste e condivise" e di "trasformare il web in un'arma".
"Le società lo sanno e stanno mettendo in campo sforzi per risolvere il problema", spiega sottolineando che la soluzione non può venire però dalle stesse aziende che cercano di massimizzare i loro profitti e che i tempi sono maturi per "un intervento normativo e giuridico".
Infine, Tim Berners Lee riflette sulla concentrazione di potere anche nell'innovazione e nell'evoluzione delle tecnologie, poiché "le piattaforme dominanti" avendo mezzi per acquisire startup e i migliori talenti creano "barriere per i concorrenti". Di questo passo, conclude, "i prossimi 20 anni saranno molto meno innovativi degli ultimi 20".