L'Italia è al decimo posto su 25 per l'esposizione ai rischi online, primo il Regno Unito, ultimo il Sudafrica. Sono i risultati del Microsoft Digital Civility Index che ogni anno, in occasione dell'Internet Safer Day, analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17) e degli adulti (18-74) rispetto all'educazione civica digitale e alla sicurezza online in 25 Paesi, incluso il nostro paese.
Secondo lo studio, in tutto il mondo il web è percepito come un luogo meno civile e sicuro rispetto ad un anno fa. In generale, i contatti indesiderati, le fake news e il sexting (l'invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o smartphone) sono i rischi più comuni riscontrati, rispettivamente dal 41%, 29% e 23% degli intervistati italiani.
Il Cyberbullismo continua a fare vittime: il 22% degli intervistati è stato vittima dei bulli online. I comportamenti scorretti online riguardano principalmente l'aspetto fisico (28%), l'orientamento sessuale (21%) e la politica (21%). Il 67% degli intervistati dichiara inoltre di essere stato vittima di almeno uno dei principali rischi online ripetutamente, 2 o più volte. E il 33% ha infatti incontrato di persona l'autore della minaccia.
A livello mondiale, invece, nel 30% dei casi si tratta addirittura di amici e familiari. Danni alla propria reputazione (89%), molestie (87%), maltrattamenti (82%), micro-aggressioni (76%) e misoginia (73%) sono i rischi per cui le vittime provano più dolore e disagio. Emerge che il 51% dei teenager si rivolge ai propri genitori per chiedere aiuto (+7% rispetto al 2019).
La ricerca ha inoltre indagato a livello globale quali sono le aspettative rispetto al futuro. Rispetto, sicurezza e libertà sono le prime tre parole che secondo gli intervistati caratterizzeranno le esperienze online nei prossimi dieci anni. Il 50% si augura che le aziende tecnologiche e i social media introducano nuove policy e creino strumenti per promuovere comportamenti online più civili e rispettosi e punire condotte scorrette.