ROMA - Dopo Intel, anche Amd rischia di dover fronteggiare azioni legali collettive da parte degli azionisti, a causa delle falle di sicurezza che riguardano i processori e che sono state rese note agli inizi di gennaio. Due studi legali americani - Rosen e Pomerantz - hanno infatti reso noto di voler procedere con class action, accusando Amd di non aver informato gli investitori dell'esistenza delle vulnerabilità, di cui l'azienda era a conoscenza dal giugno scorso.
Pomerantz cerca il riconoscimento dello status di class action in un'azione legale intentata a nome di un azionista di Amd, Doyun Kim. Nel documento, depositato martedì in un tribunale californiano, si legge che "a seguito di azioni e omissioni illecite degli imputati, e del precipitoso declino del valore di mercato delle azioni ordinarie della società, il ricorrente ha subito perdite e danni significativi", così come tutti gli altri azionisti che sarebbero rappresentati nella class action.
Le azioni di Amd hanno chiuso ieri sera in Borsa a 12,18 dollari. Il 3 gennaio, il giorno prima dell'emergere del caso processori, il titolo era scambiato a 11,55 dollari. Interpellata da alcuni media stranieri, Amd ha parlato di "accuse senza fondamento", e ha annunciato che intende "difendersi vigorosamente contro queste affermazioni infondate".