ROMA - L'Intelligenza Artificiale (AI) è poco sfruttata dalle imprese italiane. Il 56% ha avviato progetti, una soluzione su quattro riguarda le chatbot, cioè dei programmi a risposta automatica che simulano conversazioni reali, usati per offrire servizi veloci. Sono i risultati della ricerca dell'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano che ha analizzato oltre 700 imprese. Riguardo i timori sulle ripercussioni negative dell'intelligenza artificiale sull'occupazione, dall'analisi "risulta che la domanda di lavoro nei progetti di AI è cresciuta e non diminuita".
"La velocità di diffusione dell'Intelligenza artificiale nei diversi ambiti non sarà omogenea, ma dipenderà da fattori tecnologici e di conoscenza. Le imprese italiane stanno ponendo grande attenzione, serve un grande investimento da parte dell'impresa, non solo in termini economici", spiegano Nicola Gatti, Giovanni Miragliotta e Alessandro Piva, Direttori dell'Osservatorio Artificial Intelligence.
La ricerca ha studiato 469 casi globali di utilizzo di intelligenza artificiale, rivelando che soltanto il 38% delle iniziative di AI individuate nel mondo è a regime, "una su cinque, il 21%, è in corso di implementazione". I principali campi di applicazione riguardano l'Intelligent Data Processing (35%), che utilizzano algoritmi per estrarre informazioni e avviare azioni basate sulle informazioni estrapolate; i Virtual Assistant o Chatbot (25%).