Il patron dell'ormai ex discarica di
Malagrotta, Manlio Cerroni, non era a capo di una associazione a
delinquere che aveva come obiettivo il monopolio della gestione
dei rifiuti di Roma. E', in sintesi, quanto scrivono i giudici
della prima sezione penale di Roma nelle motivazioni della
sentenza con cui il 5 novembre scorso hanno assolto Cerroni e
altre sei persone dal reato associativo con la formula "perché
il fatto non sussiste". Nel documento ricostruiscono la
situazione dello smaltimento dei rifiuti a Roma e nel Lazio
affermando che già alla fine degli anni Novanta "l'emergenza
ambientale era allora una situazione realmente e drammaticamente
esistente, un fenomeno che aveva assunto un carattere endemico".
"Qui non siamo in presenza - scrivono i giudici - di una
mobilitazione di forze per agevolare un determinato soggetto ma
l'obiettivo da raggiungere è un qualcosa che trascende
l'interesse personale ed individuale del singolo-privato, per
investire in pieno la sfera dell'intera collettività".
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