Quello che prima dell'epidemia di
Covid era scontato oggi non lo è e così anche il semplice colpo
d'occhio del coro e dell'intera orchestra della Scala, schierata
sul palcoscenico per la Nona di Beethoven che segna la
riapertura del teatro, dopo il lockdown ha un qualcosa di
straordinario. Che lo diventa ancora di più al primo suono dal
vivo. E' "un bacio del mondo intero" l'Inno alla Gioia che
conclude la Nona, un invito alla fratellanza composto da
Friedrich Schiller non a caso scelto come Inno dell'Unione
Europea, e non a caso scelto dalla Scala per riaprire le sue
porte dopo l'epidemia di coronavirus e una stagione di
mini-concerti di prova lo scorso luglio. Si tratta infatti di un
messaggio di speranza e di ripartenza.
"Ben ritrovati", ha detto con semplicità a nome del teatro
Riccardo Chailly, che ne è direttore musicale, con la speranza
che questo sia "un segnale per lenire il grande dolore che tutti
noi abbiamo vissuto in questi sei mesi". Un grazie speciale è
andato ai sanitari ai quali è dedicata questa serata a cui hanno
deciso di essere presenti, fra gli altri, anche la presidente
del Senato Maria Elisabetta Casellati, il governatore Attilio
Fontana, il prefetto Renato Saccone, l'assessore Giulio Gallera,
l'ex premier Mario Monti. "Questo è un ritorno alla graduale
normalità" ha commentato Fontana.
Pur nel distanziamento, si può parlare di un tutto esaurito
con 670 spettatori (prima del Covid la capienza era di oltre
duemila posti) per questa prima esecuzione delle quattro in
programma, terminata fra applausi calorosi. All'ultima, il 17
settembre, siederanno a fianco il Capo dello Stato Sergio
Mattarella e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA