Nella tana del lupo, in una Scozia
governata dagli indipendentisti dell'Snp e in maggioranza anti
Brexit, per difendere l'integrità del Regno Unito. Ed esaltarne
l'unità come arma necessaria per combattere anche la pandemia da
Covid - micidiale oltre Manica - con un piano di vaccini di
massa che solo nel suo formato attuale il Paese è riuscito ad
avviare in anticipo su chiunque altro in Europa. E' il messaggio
con cui il premier Tory è arrivato oggi nella nazione britannica
del nord, nell'ambito di una missione non risparmiata da
polemiche.
L'agenda di giornata prevede fra l'altro una tappa a un nuovo
mega centro vaccinale ad hoc approntato in territorio scozzese,
fra gli oltre 30 inaugurati in poche settimane in tutto il Regno
per affiancare ospedali, ambulatori e grandi farmacie nello
sforzo in atto sulle vaccinazioni. La visita - a pochi mesi
dalla tornata di elezioni amministrative di maggio che
coinvolgeranno la stessa Scozia, e sullo sfondo della sfida
lanciata dall'Snp per cercare di rafforzare la sua maggioranza a
Edimburgo e provare poi a forzare la mano sulla pretesa di un
secondo referendum sulla secessione dopo quello perduto nel 2014
- non ha mancato di sollevare critiche. In particolare da parte
da Nicola Sturgeon, first minister scozzese e leader dell'Snp,
che si è detta "non entusiasta" della scelta di tempo di Johnson
e ha messo in dubbio che il viaggio possa essere considerato
"essenziale", quindi esentato dalle restrizioni del lockdown.
Secca tuttavia la replica di Downing Street, secondo cui il
primo ministro del Regno ha il diritto e il dovere "di essere
visibile" nelle diverse aree del Paese in una fase di emergenza
nazionale. Giustificazione rispetto alla quale pure il leader
dell'opposizoone laburista a Londra, Keir Starmer, ha fatto
sapere, "per una volta", di dover dare ragione a BoJo.
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