Ucraina-Russia, la cronologia della crisi
L'Europarlamento approva l'accordo di associazione con Kiev
Con la firma oggi del protocollo per un cessate-il-fuoco, c'è la possibilità di una pausa nel conflitto che da cinque mesi oppone l'esercito di Kiev ai separatisti filorussi nell'est dell'Ucraina, nel cosiddetto Donbass. Queste sono le date-chiave del conflitto, che, secondo l'Onu, ha fatto finora quasi 2.600 morti e oltre mezzo milione di sfollati:
- 6 aprile 2014: due settimane dopo l'annessione della Crimea alla Russia, manifestanti filo-russi si impadroniscono degli edifici pubblici a Kharkiv, a Donetsk e a Lugansk, le principali città delle regioni dell'est, che confinano con la Federazione russa dove vive la più alta concentrazione di russi e russofoni.
- 7 aprile: i separatisti filorussi proclamano la "Repubblica sovrana" a Donetsk.
- 13 aprile: Kiev lancia una "operazione antiterrorismo" militare per riprendere il controllo delle regioni ribelli.
- 11 maggio: referendum sull'indipendenza nelle regioni di Donetsk e Lugansk, con massiccia vittoria dei 'sì'. Kiev e i Paesi occidentali giudicano il referendum "illegale".
- 24 maggio: muore il fotoreporter italiano Andrea Ronchelli, colpito da un mortaio a Sloviansk.
- 25 maggio: elezioni presidenziali in Ucraina, vince l'oligarca filo-occidentale Petro Poroshenko.
- 26 maggio: separatisti filo-russi occupano l'aeroporto di Donetsk, ma i lealisti ne riprendono il controllo con l'appoggio di aerei ed elicotteri di Kiev.
- 14 giugno: un aereo da trasporto militare ucraino viene abbattuto dai separatisti (49 morti). Durante i 5 mesi di conflitto diversi aerei militari di Kiev vengono abbattuti.
- 27 giugno: l'Ucraina sigla un accordo di associazione con l'Unione europea provocando la reazione furibonda di Mosca. Nel novembre 2013 l'allora presidente Viktor Ianukovich aveva rinunciato a firmare lo stesso accordo, innescando l'insurrezione che lo defenestrò in febbraio.
- 5-6 luglio: i ribelli abbandonano la loro roccaforte di Sloviansk di fronte all'avanzata delle forze ucraine.
- 17 luglio: distruzione in volo sui cieli dell'est ucraino di un aereo di linea Boeing della Malaysia Airlines, che cade nel territorio controllato dai ribelli: 298 morti.
- 29 luglio: da Ue e Usa nuove sanzioni economiche contro la Russia accusata di sostenere e armare i separatisti, dopo quelle decise tra marzo e maggio.
- 5 agosto: secondo Poroshenko, le forze ucraine hanno ripreso tre quarti del territorio ribelle. I combattimenti infuriano attorno a Donetsk e Lugansk.
- 7 agosto: la Russia decide di porre l'embargo sulla maggior parte dei prodotti alimentari importati da Ue e Stati Uniti come risposta alle sanzioni degli occidentali.
- 22 agosto: Kiev denuncia una "invasione diretta" della Russia dopo l'ingresso in territorio ucraino di un convoglio umanitario russo nella zona di Lugansk, senza il permesso delle forze di frontiera di Kiev.
- 25 agosto: i ribelli filorussi lanciano una controffensiva in direzione delle città strategiche sul Mar Nero nella regione di Donetsk, facendo arretrare l'esercito ucraino.
- 28 agosto: Kiev e i Paesi occidentali accusano la Russia di aver infiltrato sue truppe regolari nell'est ucraino (oltre 1.000 secondo la Nato, 1.600 secondo Kiev). Mosca smentisce.
- 29 agosto: di fronte alla "aggressione" russa, l'Ucraina afferma di voler rilanciare il processo di adesione alla Nato.
- 31 agosto: Vladimir Putin per la prima volta evoca lo status di "stati" per le regioni separatiste.
- 1 settembre: l'esercito cede ai separatisti l'aeroporto di Lugansk dopo un fuoco d'artiglieria che Kiev afferma provenire dall'artiglieri russa.
- 4 settembre: si apre il vertice nato a Newport (Gb) a cui partecipa anche Poroshenko.
- 5 settembre: a Minsk, Bielorussia, si riunisce il "gruppo di contatto" sull'Ucraina (i rappresentanti di Kiev, Mosca, dei separatisti e dell'Osce). Viene firmato un accordo per un cessate-il-fuoco.
-16 settembre: la plenaria del Parlamento europeo ha ratificato a larghissima maggioranza l'accordo di associazione con l'Ucraina