Smessa la divisa, per un giorno Francesco Schettino ha vestito i panni del docente in un seminario universitario dedicato alla "Ricostruzione dell'evento critico della Costa Concordia". Una presenza, quella del Comandante della nave schiantatasi il 13 gennaio del 2012 sugli scogli delle Scole al Giglio, che suona come una beffa.
"Schettino che insegna la gestione del panico? E' come se La Sapienza avesse chiamato Dracula a tenere un corso sull'anemia" ha commentato ironicamente il capo della protezione civile, Franco Gabrielli.
Sulla stessa linea quelli che provocatoriamente hanno proposto di far tenere una Lectio Magistralis sulla legalità a Totò Riina o Giovanni Brusca mentre in tanti sul web hanno postato la fin troppo facile parafrasi: "scenda dalla cattedra c...zo".
Il fatto risale al mese scorso, é accaduto il 5 luglio nell'ateneo romano la Sapienza, ma è venuto fuori soltanto in queste ore, con un clamore che non stupisce. La procura di Grosseto ha deciso di acquisire tutta la documentazione, audio compreso, della lezione in questione per verificare eventuali dichiarazioni di interesse per il processo in corso.
"Il mio è stato un intervento tecnico sulla scorta delle mie conoscenze e della professionalità acquisita in tanti anni di servizio" ha spiegato Francesco Schettino, attraverso i suoi legali che denunciano una "campagna mediatica volta unicamente a denigrare". Ma la credibilità del Comandante della Costa Concordia è seriamente compromessa da tempo e le sue spavalderie, dal post naufragio al White Party di Ischia, non hanno certo contribuito a un recupero di immagine. Ora in caduta libera è però soprattutto la reputazione di Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense nell'ateneo della Capitale. E' lui ad avere reclutato per una lezione, di cui sfuggono logica didattica e opportunità, il poco sobrio Comandante di navi da crociera. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, si è affrettata a definire "sconcertante" l'episodio.
"L'autonomia universitaria non può essere declinata in spregio alle famiglie delle vittime della tragedia della Concordia che rappresenta ancora una ferita aperta per questo Paese" ha commentato. E ha bacchettato l'accademia: "Non si può pensare di rendere più attrattivi Master e seminari sfruttando l'onda mediatica. Le nostre Università devono continuare a essere luoghi in cui si trasmettono il sapere, la dottrina e il metodo e non dove si produce spettacolarizzazione". Infuriato il rettore dell'ateneo, Luigi Frati, secondo il quale é stata "una scelta indegna invitare un rinviato a giudizio per reati così gravi all'università che è una comunità educante. Schettino è un personaggio negativo, responsabile della morte di 30 persone e io al posto suo starei ben nascosto". Frati ha deferito l'incauto professore al Comitato etico per valutare provvedimenti disciplinari definendo "patetiche" le scuse da lui addotte. Eh sì perché il professore finito sulla graticola ha provato a difendersi convinto di non aver fatto "un errore, ma di essere stato vittima di un accadimento". "Sono stati proprio i legali di Schettino a telefonarmi per chiedermi di essere presenti. Fino all'ultimo mi sono augurato che Schettino non venisse ma quando è arrivato cosa dovevo fare?" ha chiarito con i giornalisti. E ha cercato di minimizzare l'accaduto: "ha parlato circa 7 minuti davanti a circa 60 persone, tra studenti e adulti, non ci sono stati né applausi, né fischi, ma una domanda alla fine sul perché dell'avvicinamento della nave all'isola del Giglio. Non mi sembra che ci debba essere una mia colpevolizzazione". Ma il fronte degli "indignati", dalla politica alla società civile, forse é stufo di essere indulgente.