La Corte di Cassazione ribadisce la posizione dopo le polemiche per la sentenza che boccia l'esenzione Ici alle scuole paritarie. Sono "in larga parte fuor d'opera" - afferma in una nota il Primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce - le polemiche suscitate dalla sentenza che "obbligherebbe" le scuole paritarie cattoliche "al pagamento dell'Ici". Nella nota si rileva, tra l'altro, che si tratta di "una questione" oggetto di indagine Ue per sospetti aiuti di Stato agli enti della Chiesa. Sulla sentenza si era sollevata la Cei.
LA SENTENZA - La Corte di Cassazione ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell'Ici avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi. "Come spiega l'ufficio Tributi - si legge in una nota dell'ufficio stampa del Comune - è da sottolineare che questo genere di pronunciamento da parte della Corte di Cassazione è il primo in Italia sul tema specifico". La suprema Corte ha di fatto ribaltato quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio.
L'IRA DELLA CEI - Per i vescovi italiani, che sono intevenuti nei giorni scorsi, quella della Cassazione è una "sentenza pericolosa", "ideologica", che intacca gravemente "la garanzia di libertà di educazione richiesta anche dall'Europa", mettendo fortemente a rischio la "sopravvivenza" degli istituti paritari. Il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, interpellato dall'ANSA, invita chi è chiamato ad adottare decisioni a "essere meno ideologico" e avverte: "non ci si rende conto del servizio che svolgono gli istituti pubblici paritari". Mons. Galantino parla di sentenza "pericolosa" associandosi a quanto detto ieri dal presidente della Fidae, don Francesco Macrì, in quanto ora "si rischia realmente la chiusura di queste scuole". E questo, sottolinea, "significa limitare la libertà, contro al volontà della stessa Europa, che ci chiede invece garanzie sulla libertà educativa". Inoltre punta il dito contro "l'ideologizzazione" della questione, che viene posta sul piano di "un fatto tutto cattolico", mentre "qui bisogna parlare di "scuole pubbliche paritarie". "Non è la Chiesa cattolica ad affamare l'Italia - denuncia il numero due della Cei -. A scegliere le scuole paritarie sono un milione e 300 mila studenti, con grandi risparmi per lo Stato. Mentre gli istituti paritari ricevono contributi per 520 milioni di euro, lo Stato risparmia sei miliardi e mezzo".