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Amianto, focus dell'Ona sulla Toscana

Convegno sulle patologie ambientali e lavorative il 19 settembre

Le patologie ambientali e lavorative in Toscana, epidemiologia sull'amianto e geotermia: saranno questi i temi principali del convegno-conferenza stampa dell'Osservatorio nazionale sull’amianto (Ona) in programma il 19 settembre dalle ore 15:30 presso l’auditorium della Regione Toscana, in via Cavour a Firenze.

"A 23 anni dalla sua messa al bando - afferma l'Ona -, l'amianto causa più di 5mila morti ogni anno in Italia ed oltre 110mila nel pianeta. Enormi sono i ritardi sia nel censimento che nella mappatura e solo il 2% dei 32 milioni di tonnellate ancora presenti sul territorio sono stati bonificati, e un pauroso aumento di casi di mesotelioma e di altre patologie asbesto correlate si registra in Toscana, dove, tra l’altro, i minerali di amianto sono stati utilizzati anche nelle centrali geotermoelettriche che causano il rilascio di diversi agenti patogeni, dannosi per la salute umana e per l’ambiente, che agiscono in sinergia con l’asbesto".

Alla conferenza interverranno tra gli altri Alberto Zolezzi della commissione Ambiente della Camera, Sara Paglini della commissione Lavoro del Senato, il sostituto procuratore della Repubblica di Milano Maurizio Ascione, il presidente dell'Ona Ezio Bonanni, Valentina Renzopaoli, Antonietta Gatti, Andrea Borgia, Alberto Zolezzi, Antonella Franchi e Fabio Landi. Sono stati invitati a partecipare anche il presidente della Regione Toscana, i consiglieri regionali e i rappresentanti delle istituzioni territoriali.

Secondo l’Ona il censimento pubblico è in ritardo e tuttavia solo in 10 regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta) ci sono più di 230mila strutture con amianto: gli edifici pubblici e privati contenenti amianto sarebbero più di 188.000, cui vanno aggiunti i 6.913 siti industriali e altre strutture contenenti, cui si aggiungono le 2.400 scuole con presenza di amianto in tutto il territorio nazionale. Solo la metà delle regioni italiane hanno concluso la mappatura dell'amianto (Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta) ed è in fase di ultimazione nelle province autonome di Bolzano e Trento.

“L’Osservatorio nazionale sull’amianto ritiene invece opportuno è doveroso attivare percorsi virtuosi di valorizzazione delle autonomie locali e delle attività delle associazioni, compresi gli ordini professionali, al fine di realizzare dei progetti sulle singole realtà ed emergenze, d’intesa con il Governo nazionale e con l’utilizzo della leva fiscale e dei fondi strutturali europei - dichiara Bonanni -. Anche iniziative che comportino il rinnovamento e l’ammodernamento delle infrastrutture e del sistema industriale in modo da coniugare lo sviluppo e la tutela della salute e dell’ambiente ed evitare così future esposizioni, altre malattie ed altri decessi, e quindi risparmiare vite umani, sofferenze di famiglie e di interi territori e anche spese sanitarie e previdenziali. Non così purtroppo le istituzioni nazionali. Ancora si predilige l’aspetto indennitario-risarcitorio, che porta ad assenza di bonifica e quindi ad agire con l’indennizzo per le vittime, moltiplicando le sofferenze, i costi umani, sociali ed economici. Nel settore della geotermia assistiamo all’utilizzo di tecniche ancora obsolete con immissioni intollerabili, soprattutto perché sarebbe possibile evitarle completamente, ovvero abbatterle in modo tale da evitare ogni impatto su salute e ambiente, tanto più nel caso della Toscana, ove si assiste ad una sinergia per effetto dell’utilizzo massiccio di amianto”.

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