E' il 18 maggio la data fissata dal
giudice Stefano Cascone per la sentenza sul filone processuale
con l'accusa di falso in prospetto nell'ampia inchiesta sul crac
di Banca Etruria. Oggi in tribunale ad Arezzo l'udienza ha visto
le arringhe dei difensori dei tre imputati. Hanno discusso,
chiedendo in tutti i casi l'assoluzione piena, gli avvocati
Stefano Lalomia per l'ex direttore generale Luca Bronchi,
Antonio D'Avirro per l'ex presidente Giuseppe Fornasari e Luca
Fanfani per il dirigente Davide Canestri. I difensori hanno
sottolineato come non si sia mai profilato un caso di falso in
prospetto dal momento che la documentazione sul mercato
azionario era chiara e non conteneva indicazioni incomplete o
fuorvianti ma rispettava la normale procedura bancaria. Si è
trattato di un caso, secondo i legali, influenzato anche dal
clamore sorto intorno alla banca aretina. L'accusa, che lo
scorso 16 marzo aveva chiesto condanne a un anno e mezzo per
Bronchi e Fornasari e un anno per Canestri, sostiene, al
contrario, che furono fornite informazioni imprecise tali da
mettere i risparmiatori nella condizione di veder andare in fumo
i risparmi quando poi arrivò il decreto Salvabanche del novembre
2015.
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