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Chiede aiuto via mail, liberata giovane segregata dalla famiglia

Chiede aiuto via mail, liberata giovane segregata dalla famiglia

'Parenti contrari alla sua relazione con un giovane di fede diversa"

AREZZO, 08 aprile 2021, 10:52

Redazione ANSA

ANSACheck

Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' riuscita a chiedere aiuto inviando una mail ai carabinieri: quest'ultimi, intervenuti, hanno liberato la giovane che, comunica l'Arma in una nota, sarebbe stata tenuta segregata in casa dalla famiglia per impedirle di frequentare il fidanzato a causa della diversa fede religiosa. Tutto è accaduto lo scorso fine settimana in provincia di Arezzo. Alla giovane, di origine straniera come il fidanzato, vent'anni circa, era stato tolto il cellulare e poteva uscire di rado e 'scortata'. Per inviare la mail avrebbe approfittato dell'uso del pc consentitole per la dad.

Nella mail ai carabinieri, la giovane, da alcuni anni residente nell'Aretino con la famiglia e ora ospite in un centro, si era presentata come "una ragazza pakistana, reclusa in casa dai propri familiari per impedirle di frequentare il proprio fidanzato", di origine indiana. Avrebbe anche scritto, riferiscono i militari, che se non avesse chiuso la relazione "i suoi parenti erano pronti a riportarla con la forza" in Pakistan o a "usare la violenza nei confronti suoi e del fidanzato, sino addirittura a minacciarli di morte". A voce la giovane avrebbe poi motivato l'opposizione dei suoi parenti per la diversa fede: lei musulmana, lui indù.

I carabinieri si sono così presentati a casa della ragazza e "adducendo un motivo pretestuoso per non far insorgere sospetti nei familiari" l'hanno portata in caserma. Confermato che era lei l'autrice della mail, la giovane avrebbe poi spiegato che "da poco meno di un anno frequentava un ragazzo indiano, poco più grande di lei. Tutto era andato bene fino al momento in cui" la sua famiglia aveva saputo della relazione "disapprovandola nel modo più assoluto a causa della diversa fede religiosa". Così avrebbero "segregato la giovane in casa, privandola del telefono cellulare e dei documenti d'identità, consentendole di uscire solo laddove assolutamente necessario, e solo accompagnata dai fratelli, al fine di accertarsi che non incontrasse più il fidanzato". Di fronte poi alla volontà della giovane di proseguire la relazione i familiari sarebbero arrivati "a minacciare esplicitamente di uccidere sia lei che il fidanzato". Per questo la ragazza avrebbe deciso di rivolgersi ai carabinieri: così, approfittando dei momenti in cui la famiglia le lasciava utilizzare il computer per la dad, avrebbe creato una casella di posta elettronica e inviato la mail ai militari. Quest'ultimi stanno svolgendo ulteriori indagini "per approfondire i contorni della vicenda, e definire con esattezza le responsabilità dei singoli familiari".
   

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