Firmato l'accordo che dà il via
libera al restauro della Cappella Brancacci, gioiello artistico
della Chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, che
custodisce preziosi affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino
Lippi. L'intesa, della durata di tre anni, tra Comune,
Soprintendenza e Opificio delle pietre dure, prevede interventi
di analisi e monitoraggio a cura della Soprintendenza, con il
coinvolgimento del Cnr, e il successivo restauro vero e proprio
a cura dell'Opificio sotto la supervisione di un comitato
scientifico e grazie ad un gruppo tecnico che verranno
costituiti ad hoc. Il restauro andrà a intervenire per
stabilizzare il ciclo pittorico che presenta fenomeni di
deterioramento emersi con un monitoraggio nel novembre del 2020.
"I controlli - ha spiegato l'assessore alla cultura Tommaso
Sacchi - hanno mostrato la necessità di intervenire per
rimettere a nuovo il prezioso ciclo pittorico e insieme a
Soprintendenza e Opificio cureremo nel miglior modo possibile
questo importante museo civico".
La Cappella fu fondata dalla famiglia Brancacci nel tardo
Trecento, ma si deve al ricco mercante Felice Brancacci la
commissione nel 1423 degli affreschi con le storie di San
Pietro. L'ultimo restauro, negli anni '80, ha permesso di
recuperare le superfici decorate. La Fondazione Friends of
Florence ha annunciato l'intento di compartecipare, insieme alla
Jay Pritzker Foundation, per finanziare e realizzare
l'intervento di analisi e monitoraggio e ha espresso anche
interesse al finanziamento del restauro.
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