La Pala del Trebbio di Sandro
Botticelli e bottega, conservata alla Galleria dell'Accademia di
Firenze, il 2 settembre andrà a Parigi in prestito al Musée
Jacquemart-André per essere esposta nella mostra 'Botticelli
Artiste et designer', che si tiene dal 10 settembre al 24
gennaio.
La mostra parigina, commenta Cecilie Hollberg, direttore
della Galleria dell'Aaccademia, "celebra il genio creativo di
Sandro Botticelli e l'attività del suo atelier. Sono molto
contenta che la Pala del Trebbio, straordinario esempio del
maestro del Rinascimento e della produzione del suo laboratorio,
che fa parte del nostro museo, vada a colmare un tassello in
questo importante progetto, a cura di Ana Debenedetti e Pierre
Curie, che ha come filo conduttore l'attività, anche un po'
misteriosa, della bottega dell'artista fiorentino. Un prestito
che si inserisce in un rapporto di collaborazione reciproca con
altre istituzioni internazionali, e che vedrà, nel prossimo
dicembre 2021, il busto di Michelangelo, appartenente alla
collezione del museo parigino, arrivare alla Galleria
dell'Accademia di Firenze per la mostra che raccoglierà, per la
prima volta, le nove effigi in bronzo, attribuite a Daniele da
Volterra, che ritraggono Michelangelo Buonarroti. Un segno di
ripartenza in un momento come quello che stiamo ancora vivendo,
dovuto alla pandemia".
La Pala raffigura la Madonna con il Bambino e i Santi
Domenico, Cosma, Damiano, Francesco, Lorenzo e Giovanni
Battista. Datata tra il 1480 e il 1500, proviene dalla Villa
medicea del Trebbio, fu probabilmente commissionata all'artista
da Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, e testimonia proprio
come si lavorava nelle botteghe dell'epoca: in questo
particolare caso, per esempio, il maestro ha realizzato, con
buona probabilità, il disegno e le parti centrali, delegando
agli allievi le parti restanti. Il dipinto, nel corso del tempo,
è stato sottoposto a un complesso intervento di restauro: la
parte pittorica è stata trasferita dalla tavola alla tela, una
particolarissima pratica nata nel Settecento e non più in uso,
che è stata utilizzata quando il degrado del supporto ligneo non
permetteva più la conservazione del colore.
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