Dal 2014 al 2016, a causa di un
improvviso licenziamento, non è riuscito del tutto a provvedere
al mantenimento del figlio e della madre di lui e per questo è
finito a processo con l'accusa di violazione degli obblighi di
assistenza familiare. L'uomo, difeso dall'avvocato Antonio Olmi,
è stato assolto dal tribunale di Firenze "perché il fatto non
sussiste", essendo riuscito a dimostrare di aver sempre fatto
fronte ai bisogni del figlio, anche quando non riusciva a
versare l'intera quota prevista.
Secondo quanto affermato dal giudice nelle motivazioni della
sentenza, "quanto al figlio non è possibile muovere alcun
rimprovero all'imputato" che "ha sempre versato quanto dovuto",
e che "nei momenti di difficoltà derivata dalla perdita di
lavoro ha versato 200 euro in luogo dei 300 versati dal
giudice". "La situazione era sicuramente difficilissima - ha
affermato l'uomo in aula nel corso del processo - ma ho sempre
provveduto direttamente a tutte le esigenze di mio figlio, dal
cibo alle spese scolastiche, piuttosto che alle spese sportive,
extrascolastiche e mediche". Secondo quanto spiegato dal suo
difensore, in passato l'uomo è stato assolto in tre processi di
natura penale scaturiti a seguito di querele presentate dalle ex
moglie.
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