"Domani non si può festeggiare
perché a quanto pare sul lavoro c'è una vera e propria guerra.
Lo dicono chiaro anche i dati, tre morti al giorno, hanno fatto
una media, quindi i lavoratori cosa devono festeggiare?". E se
lo fanno spero "facciano festa diversamente" il Primo maggio,
che "scendano in piazza anche loro" per avere in primo luogo "la
sicurezza". Alla vigilia della festa dei lavoratori Emma
Marrazzo torna a parlare delle tutele che mancano sui luoghi di
lavoro e di sua figlia Luana, che al lavoro ha perso la vita, a
22 anni: tra pochi giorni, il 3 maggio, sarà il primo
anniversario dell'incidente nella ditta di Montemurlo (Prato),
quando la giovane fu risucchiata nell'ingranaggio dell'orditoio
a cui era addetta. Macchinario al quale, secondo l'inchiesta
della procura di Prato, sarebbe stati disattivati i dispositivi
di sicurezza. "Spero che si riesca a ottenere qualcosa - dice
ancora parlando del suo impegno perchè i luoghi di lavoro
diventino più sicuri -. Io sarei contenta se mettessero le
telecamere sul posto di lavoro", e servirebbero più controlli a
sorpresa e una maggiore formazione, soprattutto pratica, per
chi, come sua figlia, è solo un apprendista. "Sono morti che si
possono evitare - dice ancora -, morti violente come in una
guerra" solo che l'arma che viene usata è la mancanza di "buon
senso, cuore", è la "disumanità" di togliere i dispositivi di
sicurezza al macchinari.
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