L'occhio' (il rosone) della chiesa
di San Francesco di Prato non è di scuola robbiana ma è opera di
Donatello secondo una inedita attribuzione della funzionaria
della soprintendenza Lia Brunori dopo che l'opera è stata
restaurata. Vi è raffigurato il santo nell'atto di ricevere le
stimmate. Brunori ne scrive in un libro dedicato al restauro,
intervento inserito all'interno del più ampio progetto dei
lavori di ristrutturazione e recupero dell'intero complesso
dell'ex convento.
Il volume 'Le stimmate di San Francesco. Una scultura
riscoperta nella chiesa di San Francesco a Prato' (ed.
Polistampa), curato da Lia Brunori insieme a Francesco Marchese,
rivela che finora questo manufatto era associato alla scuola
robbiana dal 2013 per attribuzione dello studioso Andrea De
Marchi.
Adesso, grazie ai lavori di restauro sono state compiute delle
nuove analisi e il rilievo in stucco è stato osservato da
vicino, come forse non era mai stato fatto prima. "Nonostante
sia da circa sei secoli sotto gli occhi di tutti, questo rilievo
rappresenta una delle opere meno conosciute dell'intero
patrimonio artistico della città", afferma Brunori. Così,
guardando i dettagli, specialmente gli elementi prospettici e la
particolare tecnica realizzativa, la funzionaria delle Belle
Arti propone questa nuovissima attribuzione a Donatello. Alle
spalle del Santo c'è uno spuntone roccioso, si vedono degli
alberi di conifere. Ai piedi di un albero, come inglobato nella
roccia, si trova Frate Leone, sulla destra è raffigurata una
chiesa, identificata con il convento della Verna. Queste
soluzioni tecniche, evidenzia la studiosa, "si porrebbero in
sintonia con quanto si stava facendo a Firenze dagli anni '20
del XV secolo grazie al genio di Brunelleschi e Donatello e in
pittura da Masaccio". Simile all'arte donatelliana anche l'uso
degli strumenti utilizzati. "In particolare - aggiunger Brunori
- la lavorazione dell'albero accanto al campanile sembra
realizzata con la stessa tecnica a intaglio della capigliatura
della figura col forcone sulla sinistra nel tondo del Martirio
di San Giovanni nella sacrestia vecchia di San Lorenzo a
Firenze". L'opera sarebbe databile fra il 1417 e il 1422.
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