Il Tar di Trento ha sottoposto alla
Corte costituzionale la questione di legittimità costituzionale
in relazione al divieto di svolgimento di attività lavorativa
per un cittadino straniero, discendente di un appartenente
all'ex Impero austro-ungarico, in possesso di un permesso di
soggiorno in attesa della cittadinanza 'iure sanguinis'.
In un'ordinanza di remissione si legge che "il permesso di
soggiorno per attesa cittadinanza iure sanguinis, non
contemplando l'autorizzazione allo svolgimento di attività
lavorativa, né la conversione in altra tipologia di permesso che
preveda tale facoltà, concreta una immotivata diversità di
trattamento tra soggetti in identica situazione, tale da far
emergere dubbi di legittimità costituzionale per violazione
dell'art. 3 della Costituzione e per irragionevolezza, dato che
alla situazione che il legislatore ha ritenuto evidentemente
meritevole di speciale considerazione, è collegato un effetto
deteriore, che consegna il richiedente all'impossibilità di
lavorare".
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