"Secondo le informazioni
governative la pandemia si sta avvicinando. Non abbiamo un'unità
di terapia intensiva e non abbiamo ventilatori. Non ci resta che
pregare fiduciosamente e incoraggiarci a vicenda". Lo scrive la
dottoressa Sr. Rita Schiffer, direttrice dell'ospedale di Attat,
in Etiopia, sotenuto dai "Medici dell'Alto Adige per il Mondo".
"Tutte le persone che si rivolgono all'ospedale devono
lavarsi le mani, anche quando escono - prosegue Schiffer -
Abbiamo cucito con le nostre mani le maschere di protezione e il
farmacista produce una soluzione disinfettante. Non abbiamo test
disponibili e forse è per questo che non abbiamo ancora
confermato casi di Covid19".
Il presidente dell'associazione altoatesina, Toni Pizzecco,
sottolinea che oltre all'acquisto di maschere e altro materiale
protettivo per l'ospedale di Attat, il finanziamento dei
progetti idrici rappresenta la forma di aiuto più urgente. "Una
lattina di acqua e sapone è forse il modo più rapido e semplice
per salvare molte persone in Africa, a parte gli asciugamani con
cui le persone si proteggono naso e bocca".
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