Le restrizioni e le chiusure
imposte per contenere la diffusione dell'epidemia Covid 19
impattano direttamente sulle attività delle imprese. In Trentino
- dicono i dati dell'indagine annuale Excelsior riferiti dalla
Camera di commercio di Trento - verranno a mancare, in
particolare, i rapporti di lavoro stagionali attivati nel
turismo, nella ricezione e nella ristorazione che, in base ai
numeri rilevati mensilmente, avevano raggiunto, nel mese di
giugno dello scorso anno, il valore più alto con la richiesta di
7.100 addetti. La ristorazione assorbiva la metà del fabbisogno
di diplomati (50,3%) e, se si sommano gli ingressi a suo tempo
previsti tra marzo, il mese in cui nel 2020 sono entrate in
vigore le misure del decreto 'Cura Italia', e luglio dello
scorso anno, la domanda di lavoro espressa dal settore raggiunge
le 14.710 unità, ovvero il 65,3% del totale. Il fabbisogno del
comparto turistico e della ristorazione, insieme a quello del
settore del commercio al dettaglio, all'ingrosso e riparazione
di autoveicoli e motocicli (7.710 unità), superava la metà della
richiesta annua prevista e raggiungeva il 52,6% del totale.
Il rapporto Excelsior mette nuovamente in evidenza il
problematico incontro tra la domanda di lavoro espressa dalle
imprese e l'offerta presente sul mercato, che nel 2019 ha
riguardato il 26% dei contratti di lavoro e che il sistema
produttivo aveva intenzione di stipulare. In particolare
mancavano alcune figure professionali del settore industriale
come gli operai specializzati (40,9%), tra cui riparatori e
manutentori di macchine fisse e mobili e operai elettricisti ed
elettrotecnici, e i conduttori di impianti (33,9%). Con
riferimento alla categoria dei giovani fino ai 29 anni, le
maggiori difficoltà di reperimento riguardavano per il 74% gli
specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, per il
69% gli addetti all'accoglienza, informazione e assistenza della
clientela e per il 62% cuochi, camerieri e altre professioni dei
servizi turistici.
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