Scoperte l'età e la quantità del
carbonio emesso in atmosfera come gas effetto serra proveniente
dalle acque che sovrastano i terreni perennemente ghiacciati
della tundra siberiana, grazie ad una ricerca condotta dalla
Vrije Universiteit di Amsterdam, a cui ha partecipato anche la
Fondazione Edmund Mach (Fem), pubblicata su Nature
Communications.
Dallo studio, in particolare, è emerso che il carbonio
antico, che deriva dallo scioglimento del permafrost,
rappresenta solo il 20% delle emissioni di gas serra. La
restante parte dei gas serra non ha origine da questo carbonio
"antico" e quindi non è causata dallo scioglimento del
permafrost, ma da dinamiche di decomposizione di biomassa
formatasi in epoca contemporanea.
La ricerca, a cui ha partecipato Luca Belelli Marchesini del
Centro ricerca e Innovazione della Fondazione Mach, si rivela
utile per migliorare le stime del bilancio del carbonio di
questi ecosistemi e anche per comprendere maggiormente i
meccanismi di reazione degli ambienti artici terrestri ai
cambiamenti climatici. Il ruolo della Fem è stato quello di
analizzare i dati di una stazione micrometeorologica e fornire
il bilancio del carbonio dall'area di studio. La grande
preoccupazione della comunità scientifica - spiega Luca Belelli
Marchesini del Centro ricerca e innovazione Fem - è legata
soprattutto al metano che ha un potenziale di riscaldamento
climatico ben 32 volte maggiore rispetto alla anidride
carbonica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA