"Viviamo tempi particolari ed
il problema è vivere la nostra fede dentro le circostanze in cui
il Signore ci pone": sceglie con cura le parole il parroco, don
Giampaolo Zuliani, per l'omelia della prima messa celebrata
dall'inizio del lockdown nella chiesa di Don Bosco a Bolzano. Ed
ai circa trenta fedeli presenti non sfugge certo che le
circostanze sono le mascherine che indossano, i nastri
biancorossi che limitano l'accesso ai banchi a non più di cento
persone, i guanti e la mascherina indossati dal sacerdote al
momento della distribuzione dell'eucarestia che si svolge con
l'assistenza di volontari per assicurare il distanziamento anche
in quella fase della celebrazione. Niente di insuperabile,
spiega uno dei fedeli all'uscita: "In questi due mesi abbiamo
potuto assistere sempre alla messa grazie alla tv o ad internet,
ma era forte il desiderio di poter ricevere la comunione
corporalmente, insieme alla comunità e ora finalmente è
possibile". Le messe di questa settimana, nella parrocchia
bolzanina, come nelle altre, saranno un po' una prova generale
per preparare le celebrazioni del prossimo fine settimana.
"Nella chiesa abbiamo ricavato per ora 100 posti - spiega don
Zuliani - ma sabato e domenica disporremo delle sedie anche nel
cortile e, grazie agli altoparlanti, sarà possibile seguire la
messa anche dall'esterno, mantenendo sempre la distanza.
Bisognerà avere pazienza, perché ci saranno tempi più lunghi, in
particolare al momento della comunione, ma ce la faremo".
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