Il 69,1 % di tutti i soggetti con
meno di 60 anni che hanno contratto l'infezione da Sars-Cov-2
non ha sviluppato sintomi clinici (cioè problemi respiratori o
febbre sopra i 37,5 gradi). Mentre gli individui sotto i 20 anni
nell'81,4% dei casi appaiono senza sintomi clinici anche se
hanno sviluppato l'infezione. Il 6,9% degli infetti con più di
60 anni ha avuto sintomi critici, tali cioè da richiedere cure
intensive o da poter causare il decesso. In generale, il rischio
di avere sintomi cresce con l'età mentre è sostanzialmente
uguale negli uomini e nelle donne anche se in queste ultime è
inferiore, del 53,5%, il rischio di avere sintomi critici.
Questi i risultati di uno studio su 4.326 persone in Lombardia
che il ricercatore trentino Stefano Merler, insieme agli altri
studiosi della Fondazione Bruno Kessler, ed in collaborazione
con istituzioni sanitarie lombarde e atenei milanesi e Usa, che
ha consentito di calcolare la probabilità di sviluppare sintomi
più o meno gravi in seguito all'infezione da Covid. Lo studio è
stato realizzato anche grazie al contributo della Fondazione
valorizzazione ricerca trentina.
Lo studio permette quindi di evidenziare la percentuale
degli infetti sintomatici nelle diverse fasce d'età, cioè
individui infetti che mostrano sintomi clinici. Le infezioni
senza sintomi clinici negli individui con più di 80 anni
scendono al 33,1%.
"Questo lavoro permette di dimostrare chiaramente le
difficoltà di individuare le infezioni con la sola sorveglianza,
visto che la maggioranza di queste non sono associate a sintomi
respiratori o febbre. Non da meno, l'indagine rappresenta un
utile tassello per capire meglio il ruolo dei bambini
nell'epidemiologia di Covid-19, ma ci sono ancora molti punti da
chiarire per avere un quadro più chiaro. Quanto trasmettono i
bambini rispetto agli adulti? E ancora più importante, in che
modo eventualmente il virus può trasmettersi nella comunità, a
partire da focolai in ambiente scolastico?", commenta Stefano
Merler.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA