Niente deroghe ulteriori alla legge
del 2017 che regolamenta il settore delle cave ma, anzi, una sua
completa applicazione e la costituzione di una task force che
vigili sul settore e il rispetto delle regole. Lo chiedono
Fillea Cgil e Filca Cisl. "Quella norma, fortissimamente voluta
dai lavoratori e dai sindacati, ha introdotto principi
fondamentali per contrastare l'irregolarità, per limitare il
conflitto d'interessi e per tutelare la dignità del lavoro.
Rappresenta dunque un argine all'illegalità che ha messo le mani
sul settore e va applicata nella sua interezza", dicono i
sindacati.
"A quanto risulta, la Giunta provinciale, su pressione delle
imprese del comparto, punta a prorogare le concessioni in essere
e a derogare al principio secondo cui le imprese cavatrici
concessionarie devono farsi carico in modo diretto di almeno
l'80% della lavorazione del materiale estratto. Le modifiche
annunciate dall'assessore Spinelli ci appaiono surreali in un
momento in cui il comparto ha dimostrato tutta la sua fragilità
sul piano della legalità - dicono Moreno Marighetti della Fillea
con Maurizio Zabbeni della Cgil del Trentino e Fabrizio Bignotti
della Filca Cisl -. Quanto emerso dall'inchiesta Perfido non
solo ci preoccupa, ma dimostra la necessità di rafforzare tutti
gli strumenti di contrasto all'illegalità".
Dal 2021, verrà infatti introdotto l'obbligo per il
concessionario di lavorazione con propri dipendenti e la
possibilità di esternalizzare un massimo del 20% del prodotto
grezzo scavato, previa tracciabilità e trasparenza dei dati da
dichiarare al Comune proprietario. Il mancato rispetto di questo
obbligo espone il cavatore al rischio di revoca della
concessione. Fillea e Filca sollecitano la Provincia a non
cercare dannose scorciatoie, ma a dare continuità a questa
regola sin dal 1° gennaio del 2021 per le concessioni che erano
già in essere alla data di entrata in vigore della nuova legge.
No dei sindacati, infine, anche alla proroga delle concessioni
esistenti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA