"Stiamo traghettando dai test
rapidi di prima e seconda generazione a quelli di terza
generazione tutti i soggetti sintomatici. Chiaramente è
un'operazione complicata ma che segue la nostra linea di
pensiero, che è quella di utilizzare il test rapido per i
sintomatici per avere una risposta immediata e 'quarantenare' le
persone evitando che possano contagiare. Questa sarà la nostra
risposta alla circolare del Ministero". Così il dirigente del
Dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria di Trento,
Antonio Ferro, spiega come il Trentino ha applicato la circolare
del Ministero della Salute dello scorso 8 gennaio, in cui si
legge che "i test di ultima generazione (immunofluorescenza con
lettura in microfluidica) sembrano mostrare risultati
sovrapponibili ai saggi di RT-PCR (cioè i test molecolari che
vengono considerati i più affidabili, ndr)".
"Personalmente, e in accordo con la task force provinciale,
riteniamo che la circolare del Ministero desse la possibilità
anche di utilizzare i test di terza generazione per i soggetti
sintomatici. Questi test di terza generazione sono test che
hanno una maggior capacità di trovare i veri positivi. Usando
questi test non dobbiamo richiamare le persone dopo due, tre o
quattro giorni per fare un test di conferma e questo è un
elemento molto rilevante - prosegue Ferro -. Per cui, prima
ancora che la circolare fosse approvata, perché l'abbiamo vista
in bozza, siamo riusciti a prenotare e cercare sul mercato i
test di terza generazione che abbiamo in casa da ieri".
La strategia che il Trentino intende usare per i soggetti
sintomatici, ha detto ancora Ferro, "è quella di sostituire il
test di seconda generazione con quello di terza che non ha
bisogno di riconferma. La differenza è che i test di terza
generazione non hanno una lettura ottica, come quelli di prima e
seconda generazione, ma viene fatta una lettura in
chemiluminescenza da un apparecchio Oct, che ha una sensibilità
molto più alta e dà più sicurezza sul positivo".
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