Il divieto settoriale di
circolazione in Tirolo contrasta con il diritto comunitario. Lo
afferma la Camera di commercio di Bolzano sulla base di un
parere legale di Peter Hilpold, docente di diritto comunitario
presso l'Università di Innsbruck.
Il parere prende le mosse dalla sentenza della Corte di
giustizia europea in merito al divieto settoriale in vigore nel
2011 che stabilì i criteri con i quali misurare la conformità
del divieto con il diritto comunitario. In particolare, secondo
la sentenza, spiega una nota, "si tratta di valutare e definire
chiaramente la proporzionalità delle misure restrittive. Nel
2011 la Corte concluse che "tali criteri non risultavano
soddisfatti e che il divieto settoriale di circolazione era
dunque in collisione con il diritto comunitario".
Hilpold ha, quindi, analizzato l'idoneità, la necessità e
l'adeguatezza delle misure previste. Una delle eccezioni
sollevate è la scelta arbitraria e discriminante dei "beni
compatibili con il trasporto su rotaia". Ad esempio, nel caso
dei cereali il divieto settoriale di circolazione ha penalizzato
palesemente l'industria altoatesina. Inoltre, non risultano
essere state prese misure precise per evitare l'abuso e
l'elusione del divieto da parte delle aziende tirolesi.
Inoltre, l'estensione delle deroghe al divieto per il
traffico regionale anche al traffico a lunga distanza con
origine o destinazione in Tirolo "contrasta con l'intera logica
dell'eccezione prevista per il traffico regionale e non regge
quindi di fronte al diritto comunitario".
"Per quanto concerne poi l'obiettivo di natura ambientale del
divieto - prosegue la nota - si pone la domanda se, di fronte a
dati sui valori dell'aria in significativo miglioramento che
praticamente soddisfano le prescrizioni europee, siano ammesse
ulteriori restrizioni".
"Il divieto settoriale di circolazione non è solo un problema
per le regioni o nazioni confinanti con il Tirolo, ma
rappresenta anche una violazione del principio fondamentale del
libero traffico di merci all'interno dell'Ue", conclude la
Camera di commercio di Bolzano che chiede a Bruxelles che
"vengano finalmente presi tutti i provvedimenti necessari".
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