In crescita nel 2020 la raccolta
(+7,6%) e i prestiti (+3,5%) delle Casse rurali trentine che
hanno registrato un utile di 50 milioni (-28%) e 9,2 milioni di
erogazioni ad alto valore sociale per i territori.
Le masse intermediate segnano un incremento del 5,9% rispetto
al 2019, per un controvalore complessivo di poco inferiore a 30
miliardi di euro. Sul fronte della raccolta, si registra un
incremento del 7,6% rispetto al 2019, pari a 1,4 miliardi di
depositi in più, per un valore complessivo che sfiora i 20
miliardi. Anche nel 2020, si conferma la tendenza della
clientela a privilegiare la raccolta indiretta (+10%), e in
particolare il risparmio gestito (+14,4%) rispetto ai depositi
in conto corrente e alle obbligazioni, che comunque crescono
significativamente (+6,3%). Il dato evidenzia la generale
incertezza sul futuro, che spinge famiglie e imprese a tenere
liquidità per far fronte agli imprevisti. Aumentano i prestiti
(+311 milioni), soprattutto alle imprese.
In un quadro inedito legato alla pandemia - è stato
sottolineato in conferenza stampa - le Casse rurali hanno
superato il 2020 con risultati aggregati positivi, in linea con
quelli consolidati del gruppo bancario Cassa Centrale, a
conferma della complessiva solidità patrimoniale del sistema e
dell'accresciuta efficienza prodotta dai processi di
aggregazione e dalle economie di scala generate dalla
partecipazione al gruppo nato nel 2019. "Risultati eccellenti -
ha commentato il presidente della Federazione trentina della
cooperazione, Roberto Simoni - che rappresentano solidità,
efficienza e redditività in crescita, nonostante accantonamenti
superiori a quelli degli anni scorsi". "La ripresa economica
sarà lenta - ha aggiunto Simoni - e il Trentino avrà molto
bisogno del settore del credito. Non solo di interventi di
moratoria, ma anche iniezioni di liquidità che consentano alle
aziende di tornare ad avere un assetto stabile".
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