Per l'economia altoatesina il 2021
è iniziato senz'altro sfavorevolmente. La stagione invernale è
completamente saltata e con febbraio si è entrati nel terzo
lockdown. "Il clima di fiducia delle lavoratrici e dei
lavoratori dipendenti altoatesini rimane contenuto, ma si inizia
a intravedere uno spiraglio di ottimismo", afferma il Direttore
Ipl Stefan Perini. Con l'avanzare della copertura vaccinale
della popolazione, la crescente immunità naturale e una
ritrovata libertà di circolazione, la ripresa nei prossimi mesi
dovrebbe rafforzarsi. Tuttavia, l'andamento negativo del primo
trimestre ipotecherà in modo determinante il risultato
complessivo del 2021. "Prevediamo si possa raggiungere un tasso
di crescita economica del +3,5% al massimo", chiude Perini.
Verosimilmente l'Alto Adige ha realizzato nel 2020 il suo
peggior bilancio economico dal Dopoguerra. Grazie al massiccio
intervento pubblico è stato possibile limitare gli effetti
negativi. Nel complesso e nella media dell'anno, il numero di
lavoratori dipendenti risulta in calo (3,4%), con forti
differenze per tipologia di contratto, cittadinanza e settore
economico. Grazie al blocco dei licenziamenti ed agli
ammortizzatori del mercato del lavoro, come la cassa
integrazione e i fondi di solidarietà, è stato possibile
mantenere il tasso di disoccupazione a livelli moderati (3,7%).
Il 2020 è stato un "annus horribilis" per il settore turistico,
con una riduzione dei pernottamenti pari a 35%. Le perdite del
commercio estero rimangono invece contenute (esportazioni: 3,5%;
importazioni: 9,7%). Moderata rimane anche l'inflazione per
Bolzano (0,8%).
Secondo il presidente Ipl Dieter Mayr, "i dati lo dimostrano:
passo dopo passo usciamo lentamente dalla crisi, ma la ripresa è
ancora debole e sarebbe azzardato abbandonarla alle forze di
mercato. Continuano ad essere necessarie le misure di sostegno
pubblico: blocco dei licenziamenti, ammortizzatori sociali,
aiuti covid19 immediati".
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