"Sono un morto che cammina.
Questa volta non ce la farò, scriveva verso la fine". È uno dei
passaggi contenuti nelle 119 pagine della consulenza tecnica
redatta dalla psicologa Gabriella Marano, che è stata incaricata
di ricostruire il profilo psicologico e comportamentale di Sara
Pedri, ginecologa scomparsa in Trentino dal marzo 2021. Il
documento è stato depositato in procura il 28 dicembre scorso
dall'avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la madre della
donna.
Secondo la consulente Sara "si è ritrovata come un agnello in
mezzo ai lupi, ed ha finito per essere sbranata dalla violenza
di chi si è avventato contro di lei. È stata vittima infatti di
Mobbing, nella sua variante del Quick Mobbing, ovvero di
comportamenti vessatori frequenti e costanti, posti in essere
con lo scopo (quand'anche inconsapevole) e l'effetto di violare
la sua dignità di donna e lavoratrice, e di creare, intorno a
lei, un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante ed of
ensivo, che ha minato, data l'eccezionalità e la violenza della
portata, il suo equilibrio in poco più di 3 mesi, generando in
lei un vero e proprio disturbo: Disturbo Post Traumatico da
Stress, con sintomi ricorrenti riconducibili anche al criterio
della Depersonalizzazione", si legge.
L'ambiente di lavoro in reparto a Trento, per la consulente
di parte, aveva indotto Sara "a vivere un dolore estremo che,
nella sua mente, era diventato intollerabile, insopportabile,
inaccettabile. Tanto che la morte è diventata per lei sollievo e
serenità". L'esperta - secondo la quale è "prossimo alla
certezza, che Sara Pedri si sia tolta la vita" - osserva inoltre
che "Il supertestimone di questa cronaca appena esposta è
proprio lei, Sara, che ha parlato attraverso gli appunti
lasciati in casa, le e-mail inviate e non, le telefonate, le
confidenze, gli sfoghi, le lacrime versate con le persone a lei
più care, e soprattutto attraverso le migliaia e migliaia di
messaggi e di vocali che coprono intensamente gli ultimi tre
anni della sua vita. Tutto quanto appena scritto rappresenta in
questa vicenda la Stele di Rosetta, la cui attenta decifrazione
ha riportato alla luce, scolpito nella roccia, il decreto di
morte di Sara".
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