(ANSA) - TRENTO, 15 FEB - Quasi il 60% delle circa 80
imprese trentine che hanno aderito all'indagine promossa da
Confindustria attesta di aver ridotto la propria marginalità in
maniera significativa a causa dei rincari su luce e gas, oltre
che dei trasporti e delle materie prime. Il 17% dichiara di aver
subito un impatto molto pesante. Le evidenze emerse dalla
elaborazione dei dati raccolti sono state presentate in
conferenza stampa dal direttore generale di Confindustria
Trento, Roberto Busato. All'appuntamento sono intervenuti anche
gli esperti di Prometeia, società di consulenza e ricerca
economica con la quale l'associazione industriali ha stretto di
recente una partnership per la fornitura di un servizio di
monitoraggio e previsione dell'andamento dei prezzi delle
materie prime e dell'energia.
Più del 72% delle risposte proviene da imprese energy
intensive, che registrano cioè un'incidenza percentuale dei
costi energetici sul fatturato (energia, gas e carburanti)
maggiore del 2%. Tra le imprese di questo campione si
riscontrano picchi corposi in cui l'incidenza percentuale dei
costi energetici sul fatturato è addirittura del 20-30%. Più del
65% delle imprese che hanno risposto all'indagine attesta che la
variazione dei propri costi energetici negli ultimi 12 mesi è
stata maggiore del 20%. Di questi, quasi il 30% ha subito
variazioni di costi superiori del 40%.
Nessuna azienda del campione ha previsto di ridurre la
produzione per far fronte alla situazione. Il 60% delle imprese
ha rivisto i propri listini prezzi, scaricando in minima parte
sul cliente la variazione dei prezzi delle commodity. Il 60%
delle imprese ha investito nell'efficientamento della produzione
e dei consumi energetici, anche tramite l'inserimento di alcune
tecnologie digitali che permettono di elevare i livelli di
efficienza produttiva. Un'impresa su tre ha pensato di
associarsi ad un consorzio di acquisto (ovvero il consorzio
delle imprese industriali Assoenergia) per provare ad attutire i
costi della propria bolletta energetica. Solamente il 7% delle
rispondenti non ha previsto alcun tipo di azione per contrastare
l'aumento dei prezzi e la difficile fase produttiva. (ANSA).