La neutralità austriaca e
l'autonomia altoatesina sono possibili soluzioni per il
conflitto in Ucraina. Ne è convinto lo storico Michael Gehler
dell'università di Hildesheim.
"La neutralità dell'Austria - spiega all'ANSA - è stata
prevista con una legge costituzionale nel 1955. Con poche frasi
Vienna si impegnò a non partecipare mai ad una guerra, a non
aderire a nessuna alleanza militare e, ovviamente, a non
ospitare basi militari".
Secondo lo storico, intervenuto ieri a una conferenza a
Bolzano, "questa è stata la chiave del successo che ha convinto
le quattro potenze occupanti, anche la Russia, a lasciare
l'Austria. Si è trattato comunque di un atto unilaterale di
Vienna". Gehler si dice convinto che "il modello della
neutralità, prima dell'invasione in Ucraina, avrebbe potuto
mettere in imbarazzo Putin e farlo desistere. Sarebbe stata una
chance per mettere in chiaro che Kiev sarebbe stata disposta ad
abbandonare l'opzione della Nato".
"Va comunque sottolineato - aggiunge - che la neutralità
rivendica la sovranità. Ogni neutralità deve essere difesa da un
esercito. La richiesta di smilitarizzazione dell'Ucraina è
perciò fuori luogo". Secondo Gehler, "in questo contesto è anche
importante la garanzia territoriale che l'Austria all'epoca
rivendicò sulla base dell'esempio della Svizzera". "Resta la
domanda del futuro del Donbass e dell'eventuale applicazione di
una cosiddetta 'soluzione condominiale' oppure di un modello
d'autonomia e se l'Alto Adige possa essere una fonte
d'ispirazione", conclude lo storico.
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