In Alto Adige si è insediato
nelll'Ufficio diocesano matrimonio e famiglia, il gruppo di
lavoro su fede e omosessualità che è impegnato a garantire che
le persone "possano sentirsi a casa nella chiesa
indipendentemente dal loro orientamento sessuale". Johanna
Brunner, direttrice dell'Ufficio matrimonio e famiglia, spiega
l'obiettivo di questo passo nella Chiesa di Bolzano-Bressanone:
"Il nostro gruppo di lavoro propone di percorrere assieme il
cammino nelle questioni del vissuto e della fede, con l'intento
di far percepire concretamente alle persone che non sono sole
nel loro viaggio, a volte difficile, attraverso la vita".
Il gruppo di lavoro "Fede e omossessualità" si rivolge a
persone di diverso orientamento sessuale che "si sentono legate
alla fede e alla comunità ecclesiale o vorrebbero essere accolte
nella Chiesa". Il gruppo sviluppa iniziative e opportunità per
mettere in contatto le persone e consentire momenti di incontro
nella fede, informa e sensibilizza sui problemi e le realtà dei
credenti omosessuali, intersessuali e transessuali e delle loro
famiglie nella Diocesi e vuole contribuire ad abbattere i tabù,
le forme di esclusione e di discriminazione. Don Paolo Zambaldi
ha ricordato la sua esperienza di ogni giorno del dialogo con
genitori preoccupati per i figli che vivono l'esclusione:
"Lavoriamo per un cambio di atteggiamento, per inserire questo
tema nel quotidiano, che significa favorire l'accoglienza delle
persone e aumentare la sensibilizzazione della comunità."
Nell'incontro nel Centro pastorale a Bolzano il nuovo gruppo
di lavoro ha presentato anche i primi progetti realizzati: la
mostra itinerante "Rendere visibile l'invisibile: persone dello
stesso sesso che si amano nella Chiesa" raccoglie testimonianze
di credenti queer in Alto Adige e offre l'opportunità di
discutere e approfondire la tematica fede e omosessualità con
l'utilizzo tra l'altro di sagome a grandezza naturale e pannelli
informativi messi a disposizione di parrocchie, associazioni e
organizzazioni.
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