"Non vi è spazio per il
riconoscimento delle attenuanti generiche, con riguardo ai
delitti contestati. Nonostante l'imputato sia di giovane età e
risulti incensurato, egli ha commesso un delitto indicatore di
un'indole particolarmente aggressiva, nonché rivelatore
dell'assoluta incapacità di autocontrollo". Lo scrive - a quanto
riporta la stampa locale - il giudice del Tribunale di Trento,
Enrico Borrelli, nelle motivazioni della sentenza di condanna a
20 anni di reclusione di Suleiman Adams, l'uomo che assassinò la
pastora Agitu Gudeta Ideo a Frassilongo (in Trentino) il 29
dicembre del 2020.
"Adams si è accanito con particolare ferocia sul corpo di
Ideo Gudeta, abusando dell'ospitalità che gli era stata
accordata. La condotta successiva ai colpi sferrati con la
mazzuola, poi, ha denotato un totale disprezzo per la vittima,
ridotta ad un oggetto da vilipendere e deturpare", prosegue il
giudice, che, in riferimento al reato di violenza sessuale,
perpetuato quando la donna era morente, parla di un "atto di
annichilamento della dignità della vittima".
In merito al movente, a quanto emerge dalle motivazioni della
sentenza, pronunciata lo scorso 14 febbraio, "le condizioni di
vita del Suleiman, non possono indurre al riconoscere le
invocate attenuanti". "La documentazione depositata dalla difesa
- spiega il giudice - ha dimostrato la condizione di indigenza e
di povertà in cui vive la famiglia dell'imputato, residente in
Ghana; si tratta di una circostanza di fatto che aumenta il
numero delle vittime indirette di una grave condotta criminosa".
Nella sua ricostruzione, Adams aveva ricondotto il gesto a
motivazioni economiche, per il mancato pagamento di alcuni
arretrati.
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