Nei giorni scorsi in Val di Non
e nelle Giudicarie si sono verificate alcune truffe in danno di
donne anziane portate a termine sempre con lo stesso modus
operandi. Le vittime, infatti, sono state contattate
telefonicamente da una sedicente avvocatessa che le raggirava
dicendo loro che i rispettivi figli erano stati arrestati e che
per ottenerne il rilascio sarebbe stato necessario provvedere
subito al pagamento di una cauzione. Dopodiché sono state
raggiunte a casa da un finto carabiniere, che si è fatto
consegnare denaro e oggetti preziosi.
I carabinieri del Comando provinciale di Trento precisano che
nessun appartenente alle forze dell'ordine può recarsi a casa
dei cittadini per riscuotere - a qualsiasi titolo - somme di
denaro e che il nostro ordinamento giuridico non consente alle
persone arrestate di essere rilasciate dietro pagamento di una
cauzione. I carabinieri inoltre invitano i cittadini a diffidare
di chiunque avanzi richieste di denaro e a segnalare
immediatamente analoghi tentativi di raggiro al 112 o
mettendosi in diretto contatto (anche recandovi direttamente)
con la più vicina Stazione dei carabinieri.
Anche Flavia Torresani, presidente del Consiglio
dell'Ordine degli avvocati, sottolinea che non esiste nel nostro
ordinamento l'istituto della cauzione, invita la cittadinanza a
diffidare da sedicenti legali che, senza fornire documentazione
anche a conferma del mandato conferito, dichiarino che solo
corrispondendo determinati importi sarà possibile procurare il
rilascio del parente.
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