Nel corso del 2021 anche il
mercato del lavoro trentino ha risentito positivamente
dell'uscita dalla fase più grave legata all'esplodere
dell'emergenza sanitaria. Tutti i dati sono di netto
miglioramento rispetto all'anno prima e in alcuni casi hanno
raggiunto, quando non superato, i valori del 2019, anno
precovid. Emerge dal 37/o Rapporto sull'occupazione in provincia
di Trento presentato da Agenzia del lavoro. L'andamento delle
imprese trentine si caratterizza da una significativa crescita
che coinvolge tutti gli indicatori economici, quali il
fatturato, la produzione, le ore lavorate e gli ordinativi. Tale
crescita si protrae per tutto l'anno, accentuandosi
particolarmente nel secondo trimestre, rasentando gli incrementi
annui tra il 24,6% e il 44,0%. Per i movimenti turistici,
invece, si delinea una dinamica ancora in affanno nonostante
importanti segnali di ripresa, consistente nel ritorno dei
turisti stranieri e un buon andamento della stagione estiva. A
pesare sul bilancio complessivo dell'anno è stato il mancato
decollo della stagione invernale, a causa dell'aggravamento del
quadro pandemico, con cali di oltre 90% degli arrivi e delle
presenze.
Nel 2021 - questa la "fotografia" del Rapporto 2021 - sono
cresciute le forze di lavoro e calati i soggetti inattivi,
rispetto all'anno precedente. Gli occupati sono aumentati
dell'1,5%, mentre è sceso dell'11,1% il numero di chi cerca
lavoro. Il tasso di occupazione è cresciuto più per le donne che
per gli uomini, ma nel complesso non è tornato ai livelli del
2019. E' cresciuto il peso del tempo pieno e, tra i dipendenti,
incide un po' di più il tempo determinato. Utilizzando la fonte
amministrativa delle Comunicazioni obbligatorie si registra una
crescita dell'occupazione dipendente del 3,2% sul 2020 e
dell'1,4% sul 2019, leggermente più marcata sul versante
maschile. Tutti i comparti di attività sono in crescita, tranne
l'agricoltura rispetto al 2020 (-0,9%) e i pubblici esercizi
rispetto al 2019 (-16,9 %). Hanno beneficiato della ripresa
tutte le fasce di età, in particolare gli ultra 54enni. I
contratti stabili nel 2021 pesano un po' meno rispetto al 2020
ma più che nel 2019.
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