Il gip del Tribunale di Trento,
Gianmarco Giua, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio
avanzata dal procuratore Davide Ognibene per l'infermiere di 46
anni Gabriele Macinati, la moglie Debora Angeli e tre suoi
collaboratori per associazione a delinquere finalizzata alla
corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Secondo
l'accusa, l'infermiere sarebbe stato pagato per inserire "nella
piattaforma nazionale Dgc i relativi esiti dei tamponi nasali
rapidi con risultato positivo al fine di ricevere la
certificazione verde al termine del prescritto periodo di
isolamento sanitario". Lo riporta la stampa locale.
Assieme ai cinque, sono stati rinviati a giudizio anche 87
clienti, accusati a vario titolo dei reati di corruzione, falso
e concorso in accesso abusivo a sistema informatico, che
avrebbero pagato l'infermiere fino a 250 euro per ottenere il
Green pass. Tra questi figurano impiegati, professionisti ed
esponenti delle forze dell'ordine.
L'indagine sui tamponi falsi è partita nell'autunno del 2021.
Dagli accertamenti è emerso che, in soli due mesi, nei due
ambulatori gestiti da Macinati, a Pergine Valsguana e Trento,
sarebbero stati effettuati 33.000 tamponi, con una media di 600
tamponi al mese.
L'udienza preliminare è fissata nel maggio del 2023.
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