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"Se il Parlamento non prende atto
del mutamento epocale della professione e non la riporta al
centro della propria attenzione, sarà un disastro". È Carlo
Bartoli, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, ad
aver aperto la seconda giornata della due giorni dedicata ai 50
anni dell'Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige. "Un
momento che si sovrappone a quello che avremo fra pochi mesi,
quando verranno ricordati i 60 anni dell'istituzione dell'Ordine
nazionale dei giornalisti", ha detto Bartoli.
"Avrei un suggerimento di modifica di un titolo del panel,
'Chi saremo?'. Aggiungerei 'Se ci saremo'. Può essere uno
stimolo a riflettere su quelli che saranno gli scenari futuri e
che ruolo ci sarà per il giornalismo. Adesso stiamo svolgendo un
ruolo meno centrale rispetto a vent'anni fa, quando eravamo i
guardiani delle porte. E allora ci dobbiamo porre degli
interrogativi, dobbiamo capire come rappresentare una presenza
di informazione di qualità, certificata e affidabile".
Non è tempo "di piccole revisioni", ha detto Bartoli.
"Dobbiamo capire se vogliamo essere i rappresentanti di una
casta destinata a scomparire. Io non voglio assistere a questo
scenario. Non possiamo difendere l'esistente. Dobbiamo difendere
i principi della professione, non le forme". Bartoli ha
definito informazione e dati "un settore strategico" per il
futuro dell'informazione, non negando gli errori commessi in
alcuni casi dai professionisti dell'informazione.
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