Le province di Trento e Bolzano
sono i territori con più organizzazioni del terzo settore
operanti nella sanità e nel settore dell'assistenza a livello
nazionale. È quanto emerge - informa una nota - dal rapporto di
ricerca "Tra sanità ed assistenza: una filiera da ricomporre.
Evoluzione e ruolo del terzo settore in Italia", curato da Eddi
Fontanari nell'ambito dell'accordo di programma tra Euricse e la
Provincia autonoma di Trento.
Secondo il report, la maggior parte delle organizzazioni del
terzo settore nella sanità e assistenza si trova nelle province
di Bolzano (13,3 organizzazioni ogni 10.000 abitanti) e di
Trento (12,9), in Val d'Aosta (12,7), Molise (11,9) e Basilicata
(11,2), rispetto a una media nazionale di otto organizzazioni
ogni 10.000 abitanti. Considerando invece il numero di
dipendenti operanti in queste organizzazioni, la provincia di
Trento con 121,9 lavoratori ogni 10.000 abitanti si posiziona al
primo posto precedendo la Lombardia (118,6), l'Emilia-Romagna
(115), il Piemonte (109,8) e il Lazio (106,1), con una densità
di quasi 40 dipendenti in più della media nazionale (anno 2019,
elaborazioni su dati Istat).
All'interno dell'intero macrosettore (sanità e assistenza),
le attività socioassistenziali risultano quelle più sviluppate,
in un rapporto di due euro ogni tre generati dal non profit, e
con un conseguente minor peso della sanità, salvo alcune
eccezioni come per esempio la Lombardia, il Lazio e la Puglia. A
livello occupazionale, il non profit impiega in Italia più di 7
lavoratori dei 10 espressi dall'intero settore dell'assistenza
sociale, a fronte di quasi un lavoratore ogni 10 nella sanità
(5,2 sono garantiti dal pubblico).
Il modello cooperativo destina una quota nettamente maggiore
del valore aggiunto prodotto sottoforma di redditi da lavoro,
mentre le imprese sembrano configurarsi più come "hub" a
sostegno di specialisti che operano in libera professione.
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