"Oltre il 50% delle conversazioni
più accese online e nei social network non è dovuto alle persone
ma alle reti di account automatizzate (botnet), usate da chi ha
interesse a influenzare una discussione quando gli scambi si
moltiplicano". Lo sottolinea l'esperto di IT Renato Gabriele,
fondatore di Oohmm (Observatory of Online Harassment and Media
Manipulation), presentando al Festival del giornalismo
l'attività di analisi dati su questi "Political Bots" - in
azione nei momenti pubblici importanti, non solo per le elezioni
- compiuta dal 2013 dal team Bigdata42 confluito
nell'Osservatorio. La vicenda di Cambridge Analytica ha fatto
conoscere al grande pubblico anche "l'esistenza di aziende che
da anni - ha precisato - popolano di contenuti fittizi il web e
i social media, allo scopo di fare propaganda computazionale
politica", ovvero un "inquinamento del dibattito pubblico
pianificato al computer, che pone una fondamentale questione
democratica, investendo anche il mondo dell'informazione".
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