Ha viaggiato in bici in
solitaria per due mesi in una delle zone più fredde della Terra,
toccando anche i -56, poi nel momento di riprendere la strada
verso casa l'emergenza coronavirus ha bloccato in Siberia
Lorenzo Barone, ventiduenne di San Gemini che lo scorso febbraio
ha raggiunto sulle due ruote il Polo del freddo della città di
Ojmjakon.
Cancellati i voli commerciali dalla Russia verso l'Italia, il
giovane si appresta a raggiungere Yakutsk, ad oltre 8mila
chilometri da Mosca, dove trascorrerà la sua quarantena ospite
di Aygul, una ragazza che ha conosciuto durante una delle tappe
del viaggio, sul lago Baikal. "Fino a due settimane fa -
racconta Lorenzo all'ANSA - del virus ne sentivo parlare solo in
tv, nei pochi bar che trovavo lungo il tragitto, poi dopo sei
giorni senza connessione sul lago, quando con Aygul siamo
arrivati in un piccolo villaggio sperduto, abbiamo capito che
anche in Siberia l'allerta era aumentata".
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