In tanti sono arrivati da tutta
Italia già di prima mattina, tutti distanziati e ognuno ordinato
al proprio posto per una PerugiAssisi senza precedenti,
trasformata da marcia in una 'Catena umana della pace e della
fraternità'. Perché "è tempo di fare pace ed è tempo di
prendersi cura", come recita il motto dell'appuntamento al tempo
della pandemia e del distanziamento.
Una Catena che "ricuce" ma anche un modo per rimanere
distanziati e avere cura per l'altro, ha ricordato alla partenza
Flavio Lotti, del comitato promotore. "Siamo qui - ha aggiunto -
anche per fare società, nonostante il momento difficile che
stiamo vivendo, e smettere di essere gli uni contro gli altri
come in una giungla".
Dal 1961 la Marcia PerugiAssisi è una forte chiamata
all'impegno per la pace e anche quest'anno, nonostante le forti
restrizioni imposte dalle norme sanitarie, non ha voluto perdere
la sua capacità di unire le persone per chiedere una società più
giusta.
La catena è composta in maniera "statica, sicura, simbolica e
contemporanea", come ha ricordato Lotti, in due luoghi, Perugia
e Assisi-Santa Maria degli Angeli, le storiche città di arrivo e
partenza della Marcia, quelle di Aldo Capitini e di San
Francesco. Mentre nel sagrato della Basilica di San Francesco
sono attesi i vari interventi finali e i messaggi video, tra cui
quello del presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
In ogni luogo le persone sono distanziate almeno due metri ma
unite da un filo, e in alcuni casi anche bandiere, annodate a
quelli degli altri. Quel filo che simboleggia l'impegno delle
circa 2 mila persone presenti in questa giornata per tessere
nuovi rapporti umani basati sulla cura reciproca.
Per garantire la sicurezza e il rispetto delle regole
anticovid è presente nei due percorsi, di Perugia e Assisi, un
responsabile ogni chilometro che organizza e pianifica il
lavoro, insieme ad un referente ogni cento metri che controlla
il distanziamento di due metri.
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