Collegati in contemporanea da
Londra, Madrid, Parigi, Amsterdam, Berlino, Porto e ancora,
fuori dall'Europa, Los Angeles, Washington, Puebla e San
Pietroburgo: circa 120 i visitatori virtuali che hanno
partecipato al tour guidato della mostra "Raffaello in Umbria e
la sua eredità in Accademia" allestita a Palazzo Baldeschi al
Corso, a Perugia, dalla Fondazione CariPerugia Arte e
dall'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci. Sono già in
programma altri due appuntamenti mercoledì 24 febbraio alle
17.30 e venerdì 26 alle 10.30 e, a marzo, visite a tema.
La Fondazione CariPerugia Arte, in seguito alla chiusura dovuta
alle misure restrittive anti-Covid delle mostre "Raffaello in
Umbria e la sua eredità in Accademia" e "Dal lustro
all'istoriato: Raffaello e la nuova maiolica" allestite
rispettivamente presso Palazzo Baldeschi a Perugia e le Logge
dei Tiratori della Lana a Gubbio, ha infatti organizzato una
serie di iniziative online con approfondimenti di singole opere
e focus tematici sui propri canali virtuali.
Ad accompagnare il pubblico alla scoperta del percorso
espositivo dedicato ai 500 anni dalla morte di Raffaello è stata
la guida turistica Anne Claire Bour, che, grazie alla
piattaforma www.virtualtrips.io, ha aperto al mondo le porte di
Palazzo Baldeschi. Non è previsto un biglietto di ingresso, ma
si può lasciare una donazione per sostenere le guide turistiche.
Anne Claire Bour si è soffermata sulla sezione della mostra che
documenta l'eredità lasciata da Raffello all'Accademia 'Pietro
Vannucci' testimoniando come, per tutto l'Ottocento, Perugia e
l'Accademia furono un vivaio di talentuosi pittori che
rielaborano la lezione degli antichi maestri, Perugino e
Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile. Primo
piano anche sulle tre prestigiose opere del Rinascimento
appartenenti alla collezione d'arte della Fondazione Cassa di
Risparmio di Perugia realizzate da tre maestri a cui Raffaello
si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria: la
Madonna col Bambino e due cherubini di Perugino, la Madonna con
il Bambino e San Giovannino di Pintoricchio e il Santo Stefano
lapidato di Luca Signorelli.
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