L'incontro impossibile tra
Raffaello e Signorelli sarà uno dei molti motivi per cui
visitare la mostra "Raffaello giovane a Città di Castello e il
suo sguardo", promossa nell'ambito del Cinquecentenario della
morte di Raffaello nella Pinacoteca comunale tifernate.
Un percorso che racconta gli anni di Raffaello a Città di
Castello in cui diventa maestro autonomo, attraverso alcune
importanti opere come quella di esordio, l'Incoronazione di san
Nicola da Tolentino (1500) e il Gonfalone della SS. Trinità,
fino ad arrivare alla fine del suo periodo umbro con lo
Sposalizio della Vergine (1504), ultima opera realizzata
dall'artista in città.
La mostra sarà inaugurata sabato 30 ottobre e rimarrà aperta al
pubblico fino al 9 gennaio 2022. Promossa da Comitato regionale
umbro per le celebrazioni raffaellesche, Comune di Città di
Castello e Regione Umbria, è inserita nel calendario delle
manifestazioni approvate dal Comitato nazionale per le
celebrazioni. L'esposizione è curata da Marica Mercalli, già
Soprintendente dell'Umbria e ora direttore generale per la
sicurezza del Patrimonio culturale del Mic, e Laura Teza,
professore associato di Storia dell'Arte moderna dell'Università
degli Studi di Perugia.
Cuore dell'esposizione è il gonfalone della Santissima Trinità
di Raffaello, unica opera mobile del maestro rimasta in Umbria,
conservata nella stessa Pinacoteca e considerata dalla critica
uno dei suoi primi dipinti. Le altre opere di Raffaello in
mostra tornano a Città di Castello per la prima volta in questa
occasione. "Il gonfalone - spiegano le curatrici - testimonia il
processo graduale di affrancamento di Raffaello dal suo maestro
Pietro Vannucci detto il Perugino e il confronto diretto con
Luca Signorelli". I due dipinti d'ora in poi, Gonfalone e
Martirio, verranno mostrati fianco a fianco nella stessa sala, a
testimonianza dello sguardo di Raffaello che li ha legati
insieme per sempre.
Per visitare la mostra è consigliata la prenotazione:
cultura@ilpoliedro.org, 075 8554202.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA