La direttrice d'orchestra, soprano,
regista e pioniera di un nuovo modo di intendere la musica,
Barbara Hannigan. L'erede della grande tradizione del Fado,
Mariza. E poi la star della world music Angelique Kidjo, con il
suo grido per la rinascita della cultura africana; l'omaggio a
Trisha Brown, l'icona della post-modern dance scomparsa cinque
anni fa; Jeanne Candel, che firma Le Crocodile trompeur
dall'opera barocca Dido and Aeneas di Henry Purcell, ma anche
l'epopea musicale Demi-Véronique; fino alle coreografe Anne
Teresa De Keersmaeker e Blanca Li. Sarà un'edizione che pone
decisamente al centro le donne che hanno dato nuovi impulsi
all'espressione artistica quella del 65/o Spoleto Festival dei
Due Mondi, il secondo guidato da Monique Veaute, in programma
dal 24 giugno al 10 luglio con sottotitolo ''l'evoluzione delle
forme".
"Ho seguito tre linee nel disegnare il programma 2020-2022",
racconta la direttrice artistica, "molto ottimista sul futuro" e
sulla pandemia, in quella che anticipa essere solo una "prima
puntata" della presentazione del cartellone generale. "Il primo
filone cui mi sono dedicata - dice - è la Musica dei due mondi.
C'è poi la Voce delle donne e infine i Nuovi modi di raccontare
la musica". Tra intrecci, collaborazioni e contaminazioni
fruttuose, si parte dunque dalle due orchestre in residenza, con
il grande concerto inaugurale in Piazza Duomo affidato a Ivan
Fischer e alla Budapest Festival Orchestra (ma con il Coro
dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia) e si chiude con
Antonio Pappano sul podio con di Santa Cecilia e la star Barbara
Hannigan in Knoxville: Summer of 1915 di Samuel Barber (tre i
suoi concerti previsti a Spoleto).
Per la prosa, Thomas Ostermeier, stella europea della regia
molto amato in Italia, che al Festival dei Due Mondi presenta in
anteprima History of Violence dal racconto autobiografico di
Édouard Louis.
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